Compra meglio conserva per sempre.
Quando progetto un capo cerco di tenere questo approccio fondamentale in testa, focalizzando l’attenzione su tessuti d’alta qualità e linee semplici di cui sia impossibile stufarsi.
Il mio più grande successo sarebbe vederti tra 10 anni indossare quello che stai comprando oggi.
Se sei qui a leggere ormai questo lo sai, e sai anche che quando diciamo che la produzione consapevole e trasparente è la nostra missione principale, non intendiamo dire che la sostenibilità sia qualcosa di bello ma intendiamo che è l’unico modo in cui agiamo.
La tracciabilità e la qualità dei tessuti, un’impostazione d’acquisto made to order, una lavorazione del capo interamente sotto lo stesso tetto e modelli che non richiedono grandi sprechi di tessuto, sono per noi i pilastri di una produzione sostenibile.
Tutto questo adesso è ancora più importante, perché dal 19 al 25 Aprile sarà la “fashion revolution week”, nata per commemorare la più grande disgrazia nel settore tessile della storia: il crollo del Rana Plaza. Il crollo del Rana Plaza è stato un cedimento strutturale avvenuto il 24 aprile 2013 che ha portato alla morte 1129 persone e ha causato 2.515 feriti. L’edificio non era progettato per sopportare il peso e le vibrazioni dei macchinari tessili, dovendo in teoria ospitare solo negozi ed uffici. Nel momento in cui sono state notate delle crepe sull'edificio, i negozi e la banca ai piani inferiori sono stati chiusi ed evacuati, mentre l’avviso è stato ignorato dai proprietari delle fabbriche tessili. Ai lavoratori fu infatti ordinato di tornare il giorno successivo, giorno in cui l'edificio cedette, collassando durante le ore di punta della mattina.
Puoi informarti ampiamente online riguardo a questa tragedia e ti consiglio di guardare il documentario “the true cost”.
I prezzi dell’abbigliamento sono diminuiti drasticamente negli ultimi vent’anni. Fino agli anni ’90 era comune spendere 100 euro per un paio di jeans, 90 euro per una felpa della Gap o investire in un capo elegante e di alta qualità.
Quando aziende come Zara, H&M e Forever21 sono entrate nel mercato in grande stile, i prezzi moderati ma relativamente accettati, sono crollati. L’asticella della bilancia si è spostata intorno ai primi anni del 2000 quando per il consumatore medio è diventato più importante ottenere il miglior prezzo piuttosto che investire sulla qualità. Nomi di spicco iniziarono ad inossare abiti economici e prodotti in serie, (Michelle Obama appariva in Zara e J.Crew) e nel 2000 il New York Times dichiarò che era “chic to pay less.”
I prezzi attuali dei giganti del fast fashion sono vertiginosamente bassi, ho scattato questa foto qualche mese fa in cui si pubblicizzano cappotti a 10 euro e camicie a 5 euro.
Marchi del mercato di massa hanno abbassato i prezzi nel tentativo di stare al passo, ora puoi entrare da Gap, Benetton o J Crew e trovare prezzi non lontani da Zara o H&M. Mentre il resto dei nostri beni di consumo come elettronica e prodotti di bellezza sono aumentati costantemente, i prezzi dell’abbigliamento sono stati gravemente depressi.
Questo ha cambiato drasticamente nella società il modo in cui pensiamo l’abbigliamento e non solo tra coloro che sono cresciuti con la fast fashion. Siamo stati condizionati a credere che indipendentemente dall’inflazione e indipendentemente dagli aumenti dei costi nelle altre aree, l’abbigliamento stia diventando sempre più economico. E’ così che il valore percepito dell’abbigliamento come investimento finanziario ed emotivo è continuamente in declino. Questo ha creato l’ambiente perfetto per la visione perversa dell’abbigliamento usa e getta. Sempre di più si diffonde il fenomeno di lasciare il centro commerciale con 20 pezzi in mano, che insieme non superano il costo di una bella cena al ristorante.
E’ tutto molto semplice:
-Tessuti economici prodotti in condizioni insalubri e pericolose
-L’uso di sintetici nocivi, tossici ed inquinanti
-La cattiva gestione dei rifiuti chimici e l’inosservanza delle normative
-Lo sfruttamento dilagante del lavoro (mi permetto di dire non solo all’estero)
-Condizioni di lavoro indicibili, salari indicibili, lavoro minorile ed un generale disprezzo per la vita umana.
Ecco come possono esistere dei jeans a 10 euro e canotte a 2 euro. Nessuno ha inventato un modo economico per realizzare abbigliamento, qualcuno ha scoperto come spremere le pietre e noi abbiamo deciso di non guardare.
Ora, probabilmente sai già pienamente informato e probabilmente è il motivo per cui sei qui; perché non vuoi partecipare a tutto questo e vuoi provare ad essere un consumatore migliore, quindi scusami se sono stata ridondante ma a volte è importante ricordarti e ricordarmi che tutto ha un costo, anche se non siamo noi direttamente a pagarlo.
Sempre più voglio lavorare per essere un’azienda cristallina, quindi se hai domande riguardo alla nostra linea produttiva ti prego di scrivercele a info@alloacasale.com ed io sarò felice di aiutarti a comprendere il nostro costo.
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